Un po’ di tempo fa ho cucito un fuoriporta grazie alle sapienti spiegazioni di Monica Di Le tricot Patchwork di Torre Pellice, nonchè dei suoi sapienti video. Tra i vari lock down (orrendi) che ci sono stati di certo chi ama la creatività e gli spazi in cui essa fluisce ha sentito enormemente la mancanza dei corsi in presenza. Per carità la tecnologia e lo shopping online hanno colmato alcune lacune ma nessun riunione su zoom può sostituire il clima che si crea tra creativi che si scambiano idee o imparano qualcosa di nuovo. Monica comunque si è studiata un progetto a pacchetti davvero interessante, si acquista un viaggio, due o tre…. mensilmente arriva il pacco con il materiale e un piccolo regalo hande made (very beautiful) dentro ci sono le spiegazioni per realizzare il tutto e partecipando al gruppo fb ci sono video e la possibilità di chiedere a lei consulenza su tutto. Ah dimenticavo, cosa non poco importante, i materiali sono di altissima qualità. Vabbè ma questo non è comunque un post pubblicitario anche se vi lascio il link del sito di Monica cui voglio molto bene e che con me in questi anni ha avuto sacrosanta pazienza (sono una studente un po’ monella) … volevo riflettere su un altro aspetto.
Ho creato questo fuoriporta divertendomi un sacco perchè i materiali sono belli, colorati perchè si potevano applicare cose diverse ed usare il free motion (che per chi non cuce non significa nulla ma è una specie di free stile della macchina da cucire). Ho fatto gli yoyo ho incollato, legato, abbinato stoffe e colori perchè volevo avere un fuoriporta che rispecchiasse me e dicesse davvero BENVENUTO ai mie ospiti ….ma anche a chi passa scendendo dalle scale (in effetti non è un fuoriporta di quelli minimal…ma chi mi conosce sa bene che io e minimal nella stessa frase possiamo starci solo se si parla di sport .) ).

Ma quanto è bello arrivare in un posto e sentirsi dire benvenuto/a/i è un po’ come un abbraccio intangibile …ci si sente accolti, attesi, accettati inclusi. Io voglio che chi entri in casa mia si senta così: benvenuto così com’è, con quello che si porta dietro nel faticoso viaggio.
Ma quanto sarebbe figo nelle relazioni attaccarsi un’etichetta con scritto benvenuto: benvenuto nella nostra relazione, nel nostro spazio, nel mio mondo, nei miei pensieri sii premuroso ed attento nel mio spazio che ti sta dando emotivamente ristoro . No? Benvenuto è un qualcosa che apre che accoglie, un rimando all’ospitalità che ristora (pensiamo alle nostre nonne) chissà magari un giorno me la farò quell’etichetta così solo per essere più esplicita.